Davide Galli

vita 2.0:
abitare e lavorare nell'appennino

Davide Galli

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SAN ROCCHINO 35

Casa dal 1991 al 2001 - Studio dal 1991 al 1997

Terminato il periodo di obiezione di coscienza all’Arci dovevo trovare un posto per l’attrezzatura Mac, perché nello studio umido e freddo della sagrestia sconsacrata di San Bartolomeo si sarebbe rovinata e non sarebbe stata al sicuro.
Un’ottima scusa per prendere in affitto l’appartamento appena lasciato da una zia di mio padre, in via San Rocchino sotto alla Müntà di Ràtt. Una casa di ringhiera al primo piano, molto pittoresca e dove aveva abitato la nostra famiglia da generazioni. La mia bisnonna mi aveva raccontato di esserci nata e la sua bisnonna anche. Nella Piacenza che racconto qui a fianco.

La mia camera da letto divisa da una libreria per metterci le scrivanie
Ancora “milite” nel 1991 iniziai ad abitarci e ad attrezzare lo studio di grafica e anche di pittura. Come dipendente di Teatro Gioco Vita era il posto dove lavoravo per la grafica e i progetti, per le riviste di teatro-scuola, per i montaggi video con attrezzatura analogica. Ero dipendente ma non avevo orari. Viaggiavo giorni con le tournée degli spettacoli e arrivavo in piena notte, per poi rialzarmi poche ore dopo e lavorare a una scenografia, oppure appunto in casa al lancio della nuova stagione teatrale o ai materiali grafici di spettacoli e laboratori. Poteva succedermi di andare in piena notte ad aiutare lo scarico di un furgone appena rientrato o a preparare per una notte intera il necessario per un laboratorio in una scuola. E accumulando ore di lavoro consecutive mi ritrovavo da contratto con alcuni giorni liberi. Durante i quali facevo qualche lavoro grafico extra, di cui molti gratuiti del tipo “social-cultural-politico-volontario”.
La casa studio era in posizione strategica, perché si trovava a 200 metri dalla chiesa sconsacrata di San Bartolomeo, laboratorio e magazzino della compagnia. E a 200 metri anche dagli uffici di Vicolo San Matteo, dove si trovava l’omonimo teatro dove spesso mi capitava di avere anche turni come scenotecnico.

È dove lo studio Davide & Galli iniziò ufficialmente la sua attività a fine 1994 e dove quindi lavoravo con Carina. La prima “sede legale”, attrezzata con i primi Mac, ma anche con utilissimi tavoli luminosi e tecnigrafi perché si lavorava ancora molto a mano.
Al piano terreno presi in affitto anche l’ex casa della mia bisnonna, con i pavimenti in pietra e i camini, da usare come laboratorio-magazzino degli allestimenti: pannelli e strutture per stand, eventi e mostre, realizzati rigorosamente a mano con seghetti alternativi, trapani, chiodi, pennelli e colori. Le grandi stampe e i plotter erano impensabili.

Ma già a inizio 1997 il lavoro era letteralmente esploso e tutti i giorni in studio eravamo almeno in 5. Non ci stavamo più dentro e avevo dovuto dividere anche la mia camera da letto con librerie di fortuna per creare altre postazioni di lavoro. Ci siamo quindi trasferiti poco distante in via Campagna.

Per me ha continuato ad essere la mia casa e lo studio personale di disegno e pittura fino al 2001, quando sono andato a vivere con Silvia pochi mesi prima che nascesse Lucrezia. Perché la casa con il bagno sul balcone e l’unica stufa per riscaldare tutte le grandi e alte stanze non era adatta per una neonata.
E con il cuore a pezzi l’ho dovuta lasciare.

San Rocchino in mini-video


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La Piacenza "bassa"